«Domitilla testimone di misericordia. Si va verso gli altari»

Almenno San Salvatore. L’annuncio ufficiale dell’arcivescovo di Johannesburg: si apre la causa di beatificazione per i fondatori di «Little Eden»

Un’autentica testimonianza di fede. Un’opera di amore unica. Incarnazione di umiltà, devozione e impegno permanente verso i deboli. La storia di Domitilla Rota, nata cent’anni fa sulle colline dell’Albenza, e quella di suo marito Daniel Hyams, un prigioniero sudafricano che aveva trovato accoglienza all’Albenza, è stata ricordata ieri sera nella chiesa di San Nicola in Lemine, ad Almenno San Salvatore, dall’arcivescovo di Johannesburg, Buti Joseph Tlhagale. Ciò durante la «Memorial Lecture» nella ricorrenza dei 100 anni dalla nascita di Domitilla e in occasione della proposta di avvio di una causa di beatificazione della coppia. In una chiesa gremita, dopo l’esecuzione di un intermezzo musicale diretto dal maestro Luigi Panzeri all’organo Antegnati e con il soprano Zuzana Gardosova, hanno preso la parola i sindaci e i parroci dei due Almenno, oltre al console politico del Sud Africa Andrew Adams, e al presidente dell’Associazione Domitilla Rota Hyams, Giuliano Rota Martir che ha sottolineato «il ritrovarsi in un giorno speciale, non come semplici amici, ma oserei dire come fratelli e sorelle». «La nostra grande famiglia – ha continuato Rota Martir – si riunisce in questo luogo, al quale sono particolarmente affezionato per la sua bellezza senza tempo, per celebrare una giornata che segnerà la storia di questo luogo, della città e dei paesi che ci accolgono, oltre che rimanere scolpita nel cuore di tutti voi». Dopo la lettura del messaggio del vescovo Francesco Beschi, l’arcivescovo Tlhagale ha preso la parola per la «lecture», che proprio come vuole la tradizione anglosassone, ha ricordato il bene operato da Domitilla e Daniel, fondatori nel 1967 a Edenvale, nella provincia di Gauteng, di «Little Eden», una struttura per ragazzi con gravi disabilità mentali, alla quale nel 1991 si è affiancato a Bapsfontein l’Elvira Rota Village. «La storia di Domitilla è sinonimo di Little Eden – ha detto l’arcivescovo –. In lei centinaia di bambini affetti da gravi disabilità hanno trovato una madre amorosa che sosteneva i loro bisogni e le difficoltà dei loro genitori. Una donna che è stata incarnazione di abbondante amore verso “piccoli angeli”, innocenti e irreprensibili davanti a Dio. Prendersi cura dei più vulnerabili era la sua passione, la sua vocazione: era un modo di testimoniare la misericordia e l’amore, per camminare sulle orme di Dio. Accanto a lei, Daniel, uomo di convinzioni profonde, il pilastro che sosteneva fermamente il progetto di Little Eden». L’arcivescovo ha poi precisato che «la conferenza episcopale del Sud Africa Australe ha dato la sua approvazione affinchè possa essere intrapresa una causa di beatificazione. Il prossimo passo sarà avvicinare la Congregazione per le Cause dei Santi in Vaticano per ottenere il nulla osta. Se questo permesso sarà concesso inizierà un’indagine sulle vite di Domitilla e Daniel». Le celebrazioni si chiuderanno oggi: alle 10 l’arcivescovo di Johannesburg celebrerà una Messa nella parrocchiale in Albenza, frazione natale di Domitilla, e, alle 11,30, la benedizione della tomba di Elvira, madre di Domitilla, e ringraziamento al gruppo alpini di Albenza. Domani, prima di ripartire per il Sudafrica, i familiari di Domitilla e Daniel visiteranno il Duomo di Milano, dove l’arcivescovo concelebrerà una Messa con l’arcivescovo Mario Delpini.

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Gabriella Pellegrini